06/08/11

Pics-el

(Una riflessione con colonna sonora)

Pictures of You - The Cure

Mi stavo chiedendo quale futuro hanno nell'era smartphonica-digitale i testi delle canzoni a contenuto fotografico. Sì perché oramai alcuni versi sono totalmente anacronistici, se pensiamo che le foto non hanno più lo stesso valore nell'era della loro riproducibilità tecnica.

Oggi non avrebbe nessun senso affermare cose tipo "ho aperto un cassetto che non ricordavo di avere e dentro ci ho trovato le foto della nostra prima vacanza". Non per le generazioni successive alla mia, sicuramente.

"I've been looking so long at these pictures of you / That I almost believe that they're real"

Per forza, erano in bassa risoluzione. Non solo. Chissà se l'azzurro scalzo di Baglioni resterebbe tale, una volta convertito in rgb.

Insomma, se volessimo scrivere una canzone, nel 2011, parlando di fotografie, cosa potremmo dire? "Ho aperto Flickr dopo tanto tempo e c'era quella foto di te, nei miei preferiti, aggrappata alla ringhiera di una tenera e distratta primavera?" (tag: #ringhiera #primavera)

Quando poi, come minimo, quella foto sta pure su quattro diversi social network e c'è Facebook che ce la ricorda ogni maledetta volta che qualcuno ci mette un like?

Per non parlare dei gesti plateali, legati alle foto stampate su carta e perduti per sempre.

"Yo romperé tus fotos"

Ma quando mai? Chi di noi, se pur al culmine del pathos, si stamperebbe una foto per il semplice gusto di farla a pezzi?

Per non parlare di "Yo quemaré tus cartas". Non ci voglio nemmeno pensare a stampare una mail allo scopo catartico di darle fuoco in un posacenere il giorno di San Valentino, non raccontiamocela.

Tutte emozioni perdute, grazie alla tecnologia. Pensiamo alla soddisfazione di sbattere giù la cornetta del telefono. Fi-ni-ta.

Solo una mia amica, quella che scagliava cellulari contro il muro, può dire di non avere rimpianti. Noi abbiamo sicuramente perso qualcosa.

"Could you take my picture 'cause I won't remember."