17/10/11

Il ritorno dei morti incidenti


Una cosa che prima o poi farò è fotografare tutti i luoghi dove a seguito di un incidente mortale sono stati lasciati fiori attaccati ai pali, fotografie nelle buste di plastica e spesso veri e propri monumenti funebri. Il perché non l'abbia ancora fatto è che di solito ci passo in motorino e, fermandomi a fotografare, il rischio di un autoarticolato in culo non è remoto. Dopotutto, se lì già è avvenuto un incidente mortale, un motivo ci sarà.
A me piacciono i cimiteri, gli arredi cimiteriali in genere. I fiori appassiti, i lumini, il marmo, le foto che uno non mostrerebbe agli amici più intimi, prese dalla patente, ingrandite e messe lì a imperitura vergogna (la mia ansia da controllo non può convivere con questo pensiero, come si fa a riposare in pace col dubbio che i tuoi parenti più stretti non abbiano il minimo senso estetico?).
A cosa servano poi queste installazioni un po' pop, è spesso oggetto delle mie riflessioni pendolari.
C'è quest'idea che le morti violente, o improvvise, o improvvise e violente (può forse una morte violenta non avvenire all'improvviso? Non è detto però che una morte improvvisa sia per forza violenta) lascino l'anima del malcapitato vagare nuda e un po' smarrita nelle zone limitrofe. E così l'anima va un po' ingannata. Stattene qui buono, caro il mio estinto, ché ti ho messo i fiori, il lumino di padrepio, la lapide col tuo nome e la foto tessera, è qui che devi stare, capito?
Altrimenti tutti 'sti morti cercano di tornare a casa. Lentamente, barcollando, ma rischi che prima o poi ci arrivino. Le suppellettili in strada servono dunque a questo, sono una simulazione di cimitero per anime smarrite. Un cemetereality show.
Correndo quotidianamente anch'io il rischio di ingrossare lo schieramento delle anime perse per strada, coglierei l'occasione per fare qui di seguito alcune richieste:
A) No foto. A meno che non ne troviate in giro una specificamente contrassegnata con la scritta di mio pugno "foto per lapide".
B) No offerte votive. Non state a impestare il marciapiede. Basta che asportiate l'iPhone col navigatore dal luogo dell'incidente e avrete già evitato che io ritrovi la strada del ritorno. Al massimo mi fermo a infastidire qualcun altro.
C) Se proprio proprio non potete farne a meno, meglio qualcosa di sobrio, magari anche didattico, tipo una bella croce. E un numero. "Più uno".

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