19/10/11

Le chat écrasé


Qualche giorno fa, a pranzo con un mio ex, abbiamo parlato di quando lui di mestiere faceva la donna in una chat erotica. Pare fosse anche molto richiesto. Richiesta. Non so come accordarlo. Era più o meno l'anno 2000, queste cose andavano ancora alla grande e infatti c'era gente che ci manteneva la famiglia. 
Prima ancora, nel periodo in cui ci si doveva accontentare del telefono, anche a me era capitato di fare la donna nelle chat. Non erotiche però, ci si fermava ai preliminari. Il fegato di propormi volontaria per simulare orgasmi al telefono non l'ho mai avuto. Non per altro, non avevo ben chiaro come potesse essere strutturato l'ambiente di lavoro, quindi mi immaginavo cubicoli insonorizzati male in cui tutto l'open space avesse accesso ai tuoi mugolii e reiterati monosillabi affermativi. 
La soluzione di Altman per esempio non mi era venuta in mente.
A pensarci bene, il mio timore era anche un altro. E se mi avesse chiamato qualcuno che conoscevo? Hai voglia a fare la spunta di amici e parenti cercando di decidere chi sì e chi no, non lo puoi mai sapere.
Se non fosse completamente anacronistico, ci sarebbe da scrivere il soggetto di un film, ci sarebbe. Ma anche un corto (io sono per la sintesi). Una ragazza in affanno economico inizia a lavorare come telefonista erotica, finché un giorno le capita di riconoscere la voce che le chiede cose immonde dall'altra parte della linea. Suo padre.

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